Cresci con i percorsi Fundraising Km Zero. Comunità e prossimità al centro.
[ Hai già chiaro perché un percorso Fundraising Km Zero è adatto alla tua piccola organizzazione?
Allora clicca qui per conoscere tutte le proposte ]
altrimenti, leggi con attenzione questa pagina…
La comunità in cui vivi ha bisogno della tua organizzazione!
Dico “della tua organizzazione” ma devo dire anche “di te”, perché proprio tu incarni la piccola organizzazione non profit per conto della quale stai setacciando il web alla ricerca di informazioni e spunti su come fare fundraising.
Riguardo a questo, la tua organizzazione di sicuro rientra in una di queste tre categorie: siete un’associazione, una cooperativa sociale, una fondazione o un comitato e…
- …realizzate progetti a valenza locale rivolti alla propria comunità territoriale (ad esempio, operate dentro i limiti del vostro comune per gli abitanti del vostro comune e di alcuni comuni limitrofi)
- …realizzate progetti di tutela o promozione di persone, animali, beni materiali o interessi particolari che riguardano una comunità frammentata nel territorio (a volte anche oltre più grande di quello regionale), ma comunque vi concentrate molto di più in alcune zone geografiche (ad esempio la vostra provincia, la vostra Ulss…)
- …realizzate progetti di cooperazione allo sviluppo all’estero, facendo comunicazione e raccolta fondi sempre a livello territoriale ma in più città (ad esempio, promuovete i diritti delle donne in Nepal e raccogliete fondi in 3-4 capoluoghi di provincia anche in regioni diverse, perché storicamente avete messo radici lì grazie ai fondatori e ai sostenitori più appassionati)
Di certo rientrate in una di queste categorie, ma indipendentemente da questo, torno a dirti forte che abbiamo a bisogno di te perché il mondo è sempre più difficile e complicato: ci sono storture del sistema da raddrizzare e bellezze da promuovere e tutelare.
Ma in questa sfida le piccole organizzazioni non profit sono sempre più da sole…
C’era una volta la coppia pubblico-non profit. Il non profit esiste per compensare le carenze del pubblico. Finché lo stato poteva spendere più o meno liberamente per sanità, sociale, cultura, ambiente e tutti i settori che sono così preziosi affinché ognuno possa vivere pienamente, funzionava così: il pubblico finanzia il non profit, il non profit offre servizi ai cittadini.
Ma lo stato finanzia meno il non profit. Le organizzazioni che guardano il dito anziché la luna pensano ” Con meno finanziamenti, come continueremo a lavorare? “. Ma la domanda corretta, quella che davvero dovrebbe farti saltare sulla sedie è: che ne sarà dei servizi ai cittadini e quindi dei nostri diritti?
Stiamo vivendo anni in cui la situazione ha preso tinte davvero drammatiche. Si, lo scatafascio era nell’aria da almeno un decennio, ma stiamo arrivando al dunque: trasferimenti dal pubblico al non profit tendenti a zero e bisogni sociali crescenti, con emergenze che fioccano una dopo l’altra e tutte meritevoli di attenzione e cura.
La tua piccola organizzazione che ruolo può giocare in questa grande partita? Anche se il settore pubblico si fa più piccolo e si tira indietro, la tua piccola organizzazione può ancora generare benessere e bene comune, difendere i diritti e promuovere lo sviluppo della propria comunità!
Come può la tua piccola organizzazione diventare la paladina della società?
Risposta veloce: realizzando progetti di grande valore per la comunità che servite.
Spezzo questa frase, faccio un elenco e ti spiego cosa significa:
- realizzando progetti: attività continue e strutturate, che stiano in piedi sul fronte organizzativo, che abbiano obiettivi chiari, che individuino con precisione i beneficiari
- di grande valore: questo è particolarmente importante! La comunità che servite ha bisogno di risposte forti ai problemi che la affliggono di più. Il valore del progetto non è dato da quanto geniale è, ma da quanto bene risponde a un problema che colpisce la comunità. Meglio bene, maggiore è il valore del progetto.
- per la comunità che servite: la comunità che beneficia dei progetti è la stessa che amerà partecipare con le proprie risorse a far crescere i vostri progetti. Più capite cosa serve alla comunità, meglio la servite, maggiore sarà il suo sostegno e la sua partecipazione!
Per realizzare un progetto di grande valore per la comunità prima o tardi servono soldi, proprio quelli che il pubblico non da più. Fare fundraising significa raccogliere donazioni (no sponsor, no progetti europei o altro, come potrai leggere meglio più avanti), da vari tipi di donatori e con varie tecniche e per questo il fundraising è un’alternativa possibile per salvare il welfare perduto.
Perché scegliere proprio FundraisingKmZero?
La domanda più corretta è: cosa pensano e cosa ottengono i miei clienti (leggi qui)? Ormai in giro ci sono decine di consulenti di fundraising, agenzie, blog… e tu stai cercando di capire quale fa al caso tuo. Già, oramai in giro c’è tanto: di buono, di meno buono, bufale, cose anche un po’ losche a dire il vero…
Ma partiamo da te. Rispondi rapidamente a queste domande:
- siete stanchi di continuare a girare e rigirare tra gli stessi pochi contatti di sostenitori amici, parenti…?
- avete almeno un progetto veramente valido che può fare la differenza nella vostra comunità?
- siete davvero pochi a seguire il fundraising (1 o al massimo due che lavorano stipendiati sulla raccolta fondi)?
- non siete del tutto convinti che la tecnologia possa fare i miracoli che tanti promettono e anzi la buona vecchia stretta di mano ha ancora senso per voi?
- il vostro budget per la comunicazione, eventi, spedizioni è risicato se non …quasi a zero?
- i vostri risultati nella raccolta fondi sono discontinui, dettati sempre dall’improvvisazione e dall’urgenza?
Mentre rispondi mentalmente, in queste domande rivedi i problemi e le criticità della tua piccola organizzazione?
Se la risposta è “si” per anche solo una parte di esse, sappi che tutte le organizzazioni che hanno iniziato un percorso FundraisingKmZero all’inizio assomigliavano molto alla tua (e leggi qui alcune delle loro testimonianze: cosa pensano i miei clienti del lavoro svolto assieme?)
Ma anziché scoraggiarti di fronte alle “pecche” della tua organizzazioni, rincuorati: posso dirti con sicurezza che la tua ricerca di un consulente adatto alla vostra situazione finisce qui!
FundraisingKmZero è un percorso che mette in piedi i pilastri della raccolta fondi strutturata:
- organizziamo e formiamo un comitato per la raccolta fondi (gli “strateghi”) e un ufficio dedicato alla raccolta fondi (gli “operativi”)
- ri-costruiamo una solida reputazione. La “portiamo fuori” con tecniche di marketing che producono…
- anagrafiche di qualità che si convertono in…
- donatori che diventano via via più fedeli grazie a…
- una continua attività di comunicazione online e offline che “circondi” i vostri donatori e li porti sempre più vicini alla vostra buona causa.
La tua organizzazione strutturando l’attività di fundraising potrà servire la comunità in cui agite sempre meglio, coinvolgendola come donatrice di denaro, tempo e beni per salvaguardare gli interessi e i diritti che la riguardano più direttamente!
Ma vediamo punto per punto…
Perché FundraisingKmZero poggia proprio su questi pilastri?
I percorsi FundraisingKmZero fanno fare alla tua organizzazione il salto dalla raccolta fondi che viaggia quasi solo grazie alla generosità di amici, parenti e sostenitori della prima ora che non ti sanno dire di “no”, ad una raccolta fondi strutturata che porta la vostra voce molto più lontano di quanto puoi immaginare, attraendo sostenitori di cui non avresti mai considerato nè l’identità nè la numerosità!
Ma vediamo come i pilastri dei percorsi FundraisingKmZero contribuiscono a rivoluzionare le cose:
- comitato di raccolta fondi e ufficio di raccolta fondi: proprio perché parliamo di raccolta fondi strutturata, la tua organizzazione deve avere delle teste e delle mani dedicate a raccogliere fondi! La vera rivoluzione passa da qui: organizzare e formare un gruppo che diventerà di esperti in raccolta fondi.
- reputazione: vuol dire diventare celebri. Ma non come Mike Bongiorno! 😉 La cosa più importante è che la tua piccola organizzazione sia conosciuta come la specialista della vostra buona causa. Se il pubblico di riferimento è piccolo, non preoccuparti: piccoli pubblici e piccoli database possono generare grandi volumi di donazioni![/feature_box]
- anagrafiche di qualità: un nome, cognome e un indirizzo sono ciò che darà continuità al vostro fundraising negli anni. Ma le Pagine Bianche non vanno mica bene! Comunicare a tanti funziona peggio di comunicare a un pubblico piccolo ma di qualità. E’ così, fidati. Le anagrafiche di qualità per la raccolta fondi sono quelle che le persone ti lasciano spontaneamente rispondendo a una proposta specifica che comunica quanto siete esperti in quel che fate.
- donatori che diventano via via più fedeli: acquisire un donatore può costarti 100€. Mantenerlo 5€ all’anno, diciamo nè più nè meno che il costo di spedizione di 3 o 4 lettere o giornalini. Per questo la tua piccola organizzazione non può permettersi di perdere donatori o di fare affidamento soprattutto su donazioni occasionali! La raccolta di donazioni migliore è quella che può contare sulla fedeltà dei donatori, che si traduce in maggiore generosità e disponibilità ad attivarsi per promuovere la vostra buona causa.
- comunicazione online e offline: nel 2015 condurre la comunicazione per la raccolta fondi solo con un tradizionale ufficio stampa è poco, mentre lavorare solo di social network è sconsiderato. I vostri donatori e i vostri potenziali donatori preferiscono incontrarvi con continuità e su più media, comunicare poco e in modo discontinuo è un agio che non potete permettervi neppure se lavorate solo a livello locale.
“E come si mettono in piedi questi pilastri?”
Non è un percorso rapido o semplice. Se per caso speravi il contrario, beh… sappi che “rapido e indolore” non è nella natura del cambiamento! Ma grazie a FundraisingKmZero la tua organizzazione può intraprendere un percorso strutturato e sequenziale che la porta a cambiare in meglio le cose.
L’esperienza con tante piccole organizzazioni in settori diversi, ma soprattutto i risultati che otteniamo assieme, mi insegna che il cambiamento positivo e produttivo nel fundraising si ottiene affrontando sempre gli stessi passaggi fondamentali e posso assicurarti che sono le questioni da affrontare sono identiche anche in settori di intervento del tutto differenti . Con la consapevolezza di questo e un tracciato da seguire le cose possono davvero cambiare: reputazione, anagrafiche di qualità e donatori fedeli diventano tangibili, non restano tra i desideri e le invocazioni del momento!
Vediamo adesso quali sono le grandi questioni che la tua organizzazione deve prepararsi ad affrontare:
- (leggi questo punto per intero!) la “cultura della filantropia” non è un bel gioco di parole e assieme verificheremo se chi dirige e coordina la tua organizzazione ha chiari questi passaggi:
- in questi anni molte piccole organizzazioni sono state ammaliate dalle tecniche di raccolta fondi e da tutta una letteratura scientifica finendo a credere di poter fare in piccolo quel che le grandi organizzazioni fanno coi loro altrettanto grandi budget. Per le piccole organizzazioni che credono a questa storia, sarebbe vero che “Se la grande organizzazione porta a casa 100 spendendo 50, allora spendendo 5 noi portiamo a casa 10”, oppure che “Se la grande organizzazione contattando 100 ha risposta da 10, allora noi contattando 10 avremo risposta almeno da 1!”. Questo pensiero purtroppo è sbagliato, è un “fundraising statistico” che non tiene conto che per avere un minimo di ritorno bisogna anche prevedere un minimo di investimento in valori assoluti. Cioè a volte o spendi 10.000€ oppure investendo di meno la tua organizzazione vedrà tornare indietro… nulla! Questo significa che la tua piccola organizzazione NON avrà mai accesso ad alcune tecniche di raccolta fondi MA allo stesso tempo può trovare donazioni grazie a modalità che non dipendono dal demone del “budget”!
- le grandi organizzazioni hanno dalla loro la forza finanziaria, che le piccole organizzazioni come la tua non hanno. La tua organizzazione, a partire dal direttivo e da chi compone il comitato di raccolta fondi, deve avere dalla sua una solida cultura sulla filantropia perché l’obiettivo è raccogliere denaro (certo!) ma il percorso, dalla partenza al traguardo (= il denaro), riguarda i valori, i desideri, i sogni del donatore (ma chiamalo pure filantropo). Le persone donano per stare meglio, per vivere un’esperienza gratificante, per sentirsi sereni con se stessi e con chi gli è vicino!
- la donazione avviene perché la tua organizzazione ha saputo costruire una relazione positiva con donatore. Chiedere alle persone di donare (mettici dentro anche le organizzazioni, sempre a delle persone stai chiedendo!) vuol dire assumersi delle responsabilità, in particolare:
- aprire la vostra organizzazione come una “casa di vetro”
- comunicare regolarmente con loro, come loro preferiscono
- creare un filo diretto tra donatori e beneficiari
- approfondire la loro conoscenza e permettere loro di conoscere meglio la vostra organizzazione
- rendicontare e relazionare sull’utilizzo delle donazioni, anche quando nessuno lo richiede
- per costruire una solida reputazione lavoriamo sul brand della tua organizzazione. Non è questione di etichette e mille colori: la tua organizzazione per quanto piccola avrà vita più facile e più successo dimostrandosi una solida specialista nel risolvere un certo problema. Questo vuol dire trovare un posto nella mischia delle 300.000 organizzazioni non profit in Italia e occuparlo permanentemente nella testa dei vostri donatori e potenziali donatori. I donatori oggi sono evoluti e donano sempre meno per una questione di “affetto” per la vostra organizzazione: si aspettano qualità e trasparenza, ma soprattutto vogliono essere certi di affidare il proprio denaro a degli esperti della buona causa che esprimete. I brand migliori nascono da una altissima focalizzazione e selezione delle proprie finalità: anche nella raccolta fondi gli specialisti vincono sui generalisti.
- per trovare anagrafiche di qualità lavoriamo sulla gestione del database. Questo significa:
- ripartire dal valore nascosto delle anagrafiche di cui già oggi disponete
- generare liste più ampie a partire da una mappatura relazionale
- lavorare alle tecniche di marketing a risposta diretta, soprattutto online, per portare a casa anagrafiche completamente nuove
- rigenerare e risvegliare liste di donatori “esausti” o “persi”
- per avere donatori che diventano via via più fedeli dobbiamo costruire un piano di fundraising strategico e operativo che tenga conto:
- delle strategie di lungo periodo in essere e di quelle che è più opportuno seguire (secondo il modello CIVES)
- dell’organizzazione delle risorse umane, professionisti e volontari, e come andare a costituire sia una commissione di lavoro per il fundraising, sia uno staff dedicato alla raccolta fondi che esegua quanto viene pianificato
- della disponibilità di risorse (tempo, denaro, competenze) per affrontare gli investimenti che certamente si renderanno necessari
- di definire un piano di azioni replicabile anche quando continuerete da soli il vostro percorso
- per generare comunicazione online e offline partiamo dallo studio di marketing dei vostri pubblici di valore e quindi produrremo contenuti allineati col vostro brand, accattivanti e “ottimizzati” che possano essere graditi tanto da una redazione giornalistica quanto da un motore di ricerca. Il tutto poggerà su un piano editoriale che garantirà ai vostri donatori e potenziali donatori di sentire un piacevole rumore di sottofondo anche quando la loro attenzione per mille motivi si fa più bassa e che ricorderà loro che vi state dando da fare e che si, siete ancora i migliori sulla piazza. Lavoreremo col tradizionale ufficio stampa, col più moderno webmarketing (ci concentriamo su motori di ricerca, social network, pagine “acchiappa-anagrafiche” e newsletter digitali) e con le micidiali lettere di carta!
Ok, ci piace tutto! Cosa dobbiamo fare per avviare un percorso FundraisingKmZero?
Se davvero siete intenzioni a avviare un percorso FundraisingKmZero, ti e vi faccio tre raccomandazioni:
- prima di tutto, assicurati di contattarmi per conto di un’organizzazione 🙂 ! Capita che mi scrivano degli eroi solitari con “idee non profit” ma nessun ente alle spalle: possiamo funzionare solo se c’è un’organizzazione non profit e una squadra (anche molto piccola) appassionata, decisa e convinta.
- se vuoi finanziare una campagna di crowdfunding per un tuo progetto di business o personale, non chiedere a me. Dovrebbe essere chiaro che io mi occupo solo di raccolta di donazioni e di marketing per piccole e medie organizzazioni non profit. Abbi pazienza, non risponderò a richieste fuori da questo ambito.
- non chiedermi di lavorare a gratis “perché oggi non ho un euro, ma domani ci saranno ritorni…”, a percentuale o in nero: non lo faccio e basta. Fine. Io lavoro per voi, la tua organizzazione migliora, voi mi pagate quanto concordato. Funziona benissimo così, garantito!
Ok, per lavorare con te dovremo spendere… ma poi, quanto ci torna indietro?
Non guardo agli altri, ti dico le mie. Le testimonianze di chi ha ha investito su di me …parlano per me! Ma, ad esempio:
- in 2 anni ha trovato i 600.000€ che servivano per costruire una casa famiglia per persone con disabilità, partendo da una grande reputazione, un’ottimo progetto ma nessuna competenza nella raccolta fondi
- in 1 anno e mezzo ha “riscoperto” 200.000€ nel suo database per i progetti di cooperazione allo sviluppo (senza neanche cercare nuovi donatori), quando il loro trend era discendente
- in 18 mesi ha trovato 140.000€ per una fattoria sociale partendo dallo zero assoluto anche a livello organizzativo, di comunicazione, di formazione nel fundraising
- in 6 mesi di percorso ha riattivato il proprio database storico, ha attirato vecchi e grandi donatori, ha ricevuto in dono l’organizzazione di eventi di raccolta fondi e avviato una base di piccoli donatori, proprio quando pensavano che la loro casa famiglia per donne vittime di violenza fosse arrivata a fine corsa…
- in meno di 6 mesi non si riesce a combinare granchè, ma nel caso di raccolte di emergenza è stato facile, anche per progetti “secondari”, recuperare in pochi giorni i 20.000€ necessari a tamponare e respirare
Vuol dire che con me il risultato è garantito? Quello che posso dirti con serenità è che se voi diventate trasparenti da subito nei miei confronti (io lo sarò), potrò dirvi che “Ok, avete le carte giuste, adesso giochiamole bene!” e i risultati arriveranno.
Sarò anche abbastanza onesto da dirvi se non c’è molto da fare, se vi state imbarcando in un’avventura con un carico di illusioni troppo grande, se non sono la persona adatta a voi (e in questo caso vi indicherò chi fa più al caso vostro).
Un’ultima domanda, indiscreta: ma… quanto ci costi ??
Fai bene a domandarlo, vuol dire che davvero hai intenzione di darci dentro! La risposta è: dipende da quale formula concordiamo.
Ti invito a visitare la pagina dedicata a tutte le proposte di consulenza personalizzata Fundraising Km Zero: qui troverai le informazioni che cerchi.
Come possiamo capire qual è il percorso FundraisingKmZero più adatto a noi?
Clicca qui e vai alla pagina dedicata alle proposte di consulenza Fundraising Km Zero. Leggi per bene e poi contattami.
Ti aspetto!
– Riccardo Friede –