Ieri con i colleghi e amici del Gruppo Triveneto di Assif abbiamo offerto aggratis a una cinquantina di partecipanti un incontro strafico durante il quale abbiamo presentato “7 pillole” di fundraising. 7 sessioni da 15 minuti ciascuna condotte tenendo sempre a mente le dinamiche delle piccole e medie organizzazioni non profit. Ognuno ha relazionato come preferiva sulla propria specializzazione. Io ho parlato di gestione del database per il fundraising (e se ancora non hai letto nemmeno un articolo dei miei su perché il database è fondamentale, corri subito a fare il tuo dovere!).
Ognuno dei miei 6 splendidi colleghi ha parlato del suo pezzo forte, ma tutti nella propria presentazione hanno citato almeno una volta la parola magica “database”. Questo fatto dovrebbe dirtela lunga! Per raccattare fondi puoi fare eventi. Puoi fare mailing cartaceo. Puoi fare social media marketing. Puoi cercare volontari. Puoi fare un sacco di cose. Ma tutte queste cose le puoi fare bene e sempre meglio se e solo se fondi le operazioni di raccolta fondi su una solida gestione del database.
E’ probabile che tu stia pensando qualcosa del tipo “Riccardo, ma dimmi che programma posso usare!”. La mia risposta é:
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Comincia da carta e penna!
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Se sei un lettore abituale di questo blog, in realtà sai che tra una sede associativa e un software per gestire il database, manca poco che io preferisca il secondo. Ma quello che mi interessa passarti con questo articolo è che SE anche non adotti strumenti tecnologici, SE anche i tuoi dati sono nel casino, SE anche hai 27 file diversi in cui vengono archiviati i dati, c’è comunque qualcosa che puoi fare!
Questo “qualcosa che puoi fare” lo trovi nei passi che seguono. Ti invito a farli uno dietro l’altro. Seguirli risolverà un sacco di problemi a te e a chi con te si occupa della raccolta fondi nella vostra piccola organizzazione. Con uno splendido effetto aggiuntivo: alla fine avrai le idee così chiare sul perché avere dati ordinati e gestibili è tanto importante nel fundraising che quando lo spiegherai al CDA o in consiglio direttivo, probabilmente riuscirai a convincerli che investire un po’ di soldi in un software è una OTTIMA proposta.
Database e raccolta fondi: il vademecum del fundraiser / freskfreezer piccolo ma capace
Il fundraising è almeno 50% preparazione e pianificazione. Indi per cui, ora bando ai software (tanto ci arriviamo più tardi!) e dedichiamoci a:
- capire cos’è un database per il fundraising
- capire che tipo di informazioni ci vanno dentro
- capire quali sono le informazioni che fanno la differenza
- capire quali sono le 3 fasi di vita del donatore e come siano tutt’uno con la gestione del db
- capire come un sistema informatico di gestione del db rivoluziona il fundraising
- capire che il database è la miniera d’oro della tua organizzazione. Devi scavarla!
Ai posti di combattimento. Pronti. Via!
1. Cos’è un database per il fundraising?
Un database per il fundraising è una raccolta di informazioni sui donatori (persone fisiche e giuridiche, gruppi, va bene tutto):
- attivi (che hanno donato almeno 1 volta negli ultimi 12 mesi) *
- inattivi (che non donano da più di 12 mesi) *
- perduti (che non donano da più di 36 mesi) *
- potenziali (liste di prospect che devi ancora sollecitare)
Queste informazioni prendono l’aspetto di liste di contatti. La cosa bellissima è che girando nelle più diverse organizzazioni le puoi trovare in vari formati: scritte a mano in registri del 1800, su file Excel, dipinte sui muri, tenute a memoria, annotate a matita sulla famigerata carta da formaggio. Non serve che ti dica ancora che il supporto tecnologico fa la differenza, ma ora il centro del ragionamento è un altro.
* tu potresti usare altri numeri di mesi e classificazioni. Dipende dai criteri che decidi di adottare e che per la tua realtà possono essere più ficcanti (basta che non li cambi ogni 2 giorni).
2. Che tipo di informazioni vanno dentro un database per la raccolta fondi?