Tanto tempo fa, in una terra lontana abbiamo iniziato a descrivere le 9P+1 del fundraising (e del crowdfunding), una passeggiata tra alcuni principi di base che possono aiutare una piccola o media organizzazione non profit a ponderare meglio le proprie scelte di investimento nella raccolta fondi. Fare fundraising è mettere le mani in pasta, sbagliare, imparare, migliorare. C’è una serie di temi che ogni organizzazione non profit dovrebbe discutere al proprio interno ancor prima di valutare se percorrere la strada del fundraising. Così, partendo dall’esperienza di volontario, fundraiser, consulente, formatore che con grande gaudio sto maturando, ho pensato di discutere assieme a te e ai tanti (si, siete tanti!) lettori di questo blog una serie di temi che si ripropongono nel 99,9% dei casi. Oggi chiudiamo la carrellata sulle 9P+1 del fundraising con la P numero +1, quella che qualcuno chiamerebbe celebration ma che noi con semplicità ed entusiasmo chiameremo party!
Festa in famiglia. Festa di squadra. Comunque sia: festa!
Il fundraising riesce bene se si gioca di squadra. Se giochi da solo, può riuscire un po’, ma riesce peggio. Il fundraiser spesso si trova nella parte di quello che con un salto tira a canestro la palla che i compagni hanno lottato duro per tenere in gioco. Un progetto finanziato da un’ente di erogazione è mettere nero su bianco, con fioretti di tecnicismi, un’attività che spesso è stata progettata da altre persone e che magari è di per sè ottima, le mancava solo di essere raccontata con le parole giuste; un mailing andato bene è frutto del riordino di una serie di liste che altro non sono che il patrimonio di relazioni che l’onp ha saputo costruire in anni di presenza e azione nella comunità; il buon fine di una proposta di marketing legato a una causa è l’esito della costruzione di un brand che viene da molto prima dell’azione del professionista. Ogni risultato di raccolta fondi è il successo di una squadra, sia che essa partecipi alle azioni, sia che essa sia nelle retrovie a costuire le condizioni per andare a segno. Festeggiare il risultato positivo di una campagna o di una particolare azione di raccolta fondi è rendere merito e onore a chi partecipa a questo lavoro coordinato che mescola marketing, progettazione, amministrazione, pr e tante altre cose, a volte non percepite, ma agite da un gruppo. E allora: festa!
Tanto baccano per…?
Fare festa a volte è chiamato “buttare via soldi per niente” [cit.]. Invece, cavolo, è uno dei grandi investimenti che la tua organizzazione non profit, per piccola che sia, può fare per tenere uniti e motivati il gruppo che lavora dietro al fundraising e tutta la brulicante comunità che si attiva a sostegno della buona causa. Far festa per un risultato di raccolta fondi non è celebrare che hai raccolto un sacco (si spera!) di soldi: è festeggiare un progetto che ora può realizzarsi, dare forza ad un’azione che può cambiare il mondo in meglio. E’ un gesto di riconoscenza verso la comunità coinvolta in questo successo, che genera fiducia tra chi dona e chi raccoglie, che in quell’occasione di party si trovano a guardare assieme verso un domani più rosa.
Va bene anche la giacca del matrimonio?
Se conosci bene i tuoi sostenitori, se hai bene in mente la mission della tua onp, se senti di pancia di cuore e di testa il perché state facendo fundraising, allora sai qual è lo stile giusto del party che festeggia i risultati di raccolta fondi. A volte dovrai comprare il vestito nuovo per l’occasione, altrimenti la festa riuscirà male. A volte l’unica cosa sensata sarà abito informale e che ognuno porti un po’ di cibo da condividere con gli altri per cena! A volte dovrai fare il pagliaccio (letteralmente) sul palco. A volte dovrai portare la cravatta e tenere la scaletta degli interventi sotto gli occhi.
La cosa importante è che nell’aria scalpiti un desiderio sincero e contagioso di festeggiare, di condividere l’estasi di una raccolta fondi andata bene, la gioia di un successo che ritorna alla comunità che lo ha generato sotto forma di un mondo migliore. Non ti pare che sia abbastanza per organizzare un party memorabile? 😉 E allora, in alto i calici!