Non è mai una botta di c***. Sai perché la gente dona?

Non è mai una botta di c***. Sai perché la gente dona?

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Questa è LA lezione che mi porto a casa dal Festival del Fundraising 2019, anche se digerirla per tanti dirigenti e pure tanti fundraiser di piccole e medie organizzazioni, non è poi così semplice…

Il 95% delle donazioni si muove perché qualcuno le ha chieste.

Tradotto: se non chiedi, la persone non donano. Lascia perdere il piano tecnico o tecnologico della cosa: a voce, fatto in maniera sgraziata da un “signor nessuno”, oppure con una maratona tv da professionisti del fundraising, è la stessa dinamica. E’ la stessa cosa.

Se chiedi, interagisci. Se interagisci, risuonano delle corde. Se risuonano delle corde, le persone possono decidere di fare qualcosa. Decidere qualcosa può essere fare o non fare, è comunque una decisione.

Quindi, no:

per ottenere donazioni devi fare fatica, la fatica peggiore che puoi immaginare. E qual è questa fatica? Quella di chiedere, che vuol dire uscire dalla famigerata zona di comfort, entrare nella famigerata zona di stress e insomma, rischiare di fare figure di m***a colossali, beccarti dei “No” duri sul muso, e tante belle cose del genere.

Devi farlo (e in realtà, farlo è bello e divertente) perché

l’atto di donare non è naturale.

Lo dico e lo ripeto sempre anche ai miei clienti. Nessuno si alza la mattina con la voglia matta di donare, mentre puoi non dormire la notte perché hai il pensiero di comprarti uno smartphone, o qualsiasi altra cosa (a te è mai successo? A me si).

La mattina puoi alzarti con la sana intenzione di fare qualcosa di buono, per sentirti bene e per fare del bene a qualcosa o a qualcuno.

Però, tra le mille maniere di realizzare questa intenzione, fare una donazione è solo un’alternativa in mezzo a cose come: incontrare un amico che non vedi da molto, mandare un messaggio ai genitori, giocare a palla coi bambini del condominio, coccolate il tuo cane appena vaccinato, pulire 1mq di parco pubblico dalle cartacce… donare NON è naturale.

Donare a un’organizzazione è un’azione articolata, per quanto la semplifichi. Per questo chi fa il mestiere del fundraiser, deve chiedere, ricordare, tornarci su, dirlo in un’altra maniera, far scattare un senso di urgenza, ridirlo ancora una volta.

Anche per noi professionisti del fundraising questa è una lezione che va digerita e assimilata. Vuol dire semplicemente che dobbiamo chiedere, imparare a farlo bene e a farlo sempre di più. Senza paura dei “no”, delle critiche, delle rimostranze, che naturalmente arrivano quando alzi il volume.

Dobbiamo chiedere di più, perché nel chiedere di donare c’è la possibilità per le persone di tirare fuori il meglio di sè; di connettersi ai propri valori, ai propri principi; di essere liberi di intervenire dove il mondo è storto, sbagliato, dove c’è l’ingiustizia.

Donare è libertà di essere la versione migliore di se stessi.
Il fundraising è la molla verso questa libertà.

Chiediamo, chiediamo, chiediamo,
chiedere rende liberi. Tutti.

Grazie a tutti, colleghi!

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