Una storia di Solidarietà con il Popolo Ucraino

Una storia di Solidarietà con il Popolo Ucraino

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Articolo della nostra chef du fund Roxana Olariu. Grazie!

Immagine di Exibart, 2022. 


Per la rubrica #insoldoni, parliamo di che cosa possiamo fare noi, nel nostro piccolo, per sostenere la popolazione ucraina in difficoltà a causa della guerra.

All’inizio del mese di marzo ho avuto la possibilità di prendere parte a una missione al confine Ucraino, più precisamente a Siret – Romania.

Il viaggio è lungo e prevede molti chilometri di strada, 1820, per l’esattezza. Molti di questi prevedono strade statali che si inerpicano sulle montagne e il percorso è piuttosto trafficato. Ci vuole un minimo di 24 ore per arrivarvi, ottimisticamente, considerando quasi nessun rallentamento, nessuna coda alla frontiera e nessuna sosta per andare in bagno. 1820 km, oltre i quali, c’è la guerra.

Qui non vi racconteremo della guerra, ma della pace che vi abbiamo trovato e della meraviglia provata di fronte alle opere di solidarietà fatte dalla popolazione locale.

Siamo partiti un sabato di marzo, e siamo rientrati il martedì notte successivo, dopo aver scaricato nel magazzino di Siret circa una tonnellata di beni di prima necessità affinchè fossero inviati oltre il confine, nella cittadina ucraina più vicina: Chernivtsi.

Siamo partiti in 6 e siamo ritornati in 14. Abbiamo lasciato i beni e offerto trasporto ad 8 persone che desideravano raggiungere l’Italia: 3 adulti e 5 bambini.

 

Che cosa ci ha colpito di più?

E’ stata notevole la vicinanza e la sensibilità della popolazione locale, prima tra tutte a reagire e offrire soluzioni concrete all’emergenza. I cittadini delle aree limitrofe alla frontiera hanno aperto le proprie case offrendo ospitalità e hanno aggiunto sedie alle proprie tavole offrendo pasti caldi ai rifugiati ucraini. 

E se vediamo la società civile come una piccola o media organizzazione (che per di più si è auto-organizzata), allora forse stiamo avendo la meglio, forse stiamo davvero vincendo. 

Quali azioni di fundraising abbiamo sperimentato in questa avventura?

  1. La missione è stata realizzata grazie a un’opera di fundrasing sui canali social delle organizzazioni coinvolte che hanno permesso di coprire le spese del carburante. La parte rimanente dei fondi raccolti verrà utilizzata per future spedizioni e per sostenere le attività a supporto della popolazione ucraina.
  2. E’ stata avviata ed è tuttora in corso un’azione di raccolta di beni di prima necessità: abiti, alimenti, medicinali, prodotti per l’igiene personale.

Che cosa possiamo fare noi in definitiva?

Non dobbiamo partire, fare e disfare. Con il minimo sforzo indispensabile, possiamo mettere a disposizione quei beni che non utilizziamo più, quelle risorse di cui sappiamo di poter fare a meno e che per qualche momento potrebbero offrire sollievo a terzi. Con questa modalità possiamo offrire il nostro supporto sia ai rifugiati che alle popolazioni locali che operano 24/7 in prima linea. 

Si tratta di raccolta di risorse, accanto a quella che più solitamente pensiamo come raccolta di fondi. La differenza sta nell’oggetto della raccolta, banalmente. Qualsiasi forma di bene a nostra disposizione può diventare una ricchezza per chi la riceve: siano questi beni, alimenti, abiti o medicinali.

E dopo?

Le organizzazioni coinvolte (in fondo all’articolo maggiori dettagli) si impegnano a portare avanti le azioni avviate. Sarà fondamentale non normalizzare il conflitto qualora dovesse proseguire. Sarà fondamentale continuare a offrire il nostro appoggio e il nostro contributo anche dopo l’emergenza poichè il periodo più complesso probabilmente deve ancora arrivare. Soprattutto le risorse locali si esauriranno e sarà importantissimo dimostrare la nostra vicinanza alle popolazioni delle aree limitrofe che rischiano di esaurirsi in tempi decisamente rapidi.

La solidarietà trova modi sempre nuovi di farsi linfa e offre uno scenario incredibile di quella che è la capacità di attuare un impatto positivo su grande scala anche per le piccole e medie organizzazioni, come quelle che hanno realizzato questa missione. 

Per saperne di più, è possibile consultare i canali ufficiali di Acmos, Generazione Ponte, Fondazione Benvenuti in Italia e Borders – sul confine, le organizzazioni che hanno dato vita all’iniziativa e che si impegnano quotidianamente per rendere questo mondo un posto migliore!

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