Oggi visiterò 1 cliente e un possibile futuro cliente. E resterò in contatto con altri 3 clienti.
Lavorare come consulente di fundraising prevede che durante tutte queste visite di persona o da remoto, tu continui a supervisionare il lavoro di altri fundraiser, che a volte hanno più anni di esperienza di te, o singole competenze verticali migliori delle tue.
Molte volte mi sono trovato (e mi trovo!) a dirmi: “Ma lei/lui è troppo in gamba su questo pezzo, cos’ho da dire ancora?”.
Quel “di più” è la visione sull’esterno, sono i “pattern” che ritrovi in organizzazioni simili e diverse dalla sua, sono i fattori di successo e insuccesso che riscontri nelle decine di attività che realizzi e supervisioni ogni giorno.
Questa “visione dall’alto” a volte non ti rendi conto quanto sia preziosa, ma per un fundraiser focalizzato al 100% solo sul suo pezzo ogni giorno della settimana, è una cosa di enorme valore.
Dal lato più pratico, l’apporto maggiore che riesco a portare al lavoro di altri fundraiser è:
- la cura dei dettagli
- la cura dei passaggi tra una fase e l’altra, i “raccordi” tra le attività
E’ un po’ paradossale, ma tu che vieni da fuori vedi meglio dell’interno cosa c’è e cosa manca in scaletta.
Per questo, lavorando assieme di “supervisione pratica” (cioè: facendo le cose assieme!) riesci a correggere e ottimizzare quel mailing, quell’iniziativa, quella telefonata, quell’incontro di persona, quell’evento di raccolta fondi, quel testo scritto per il web, quel Facebook Ad…
La cosa veramente sfidante è stare al passo con la supervisione di magari 7-8 fundraiser in contemporanea. E’ appunto una grossa sfida e ciò su cui lavoro ogni giorno è migliorare l’organizzazione della mia agenda, della reportistica, degli schemi di progressione lavori. In questo senso, ogni giorno è una ricerca di migliorie su vecchi ma buoni documenti in .doc, .xls e su Google Calendar, oltre che UN SACCO di carta!
E chiedere consiglio a chi ha supervisionato e supervisiona da prima di te, più di te, meglio di te!