Su #inpratica trovi approfondimenti …pratici su aspetti importantissimi per gestire al meglio la tua piccola organizzazione non profit, toccando ovviamente sempre il tema a noi più caro: il fundraising!
Qui trovi uno scambio che ho avuto con Paolo Duranti, grandissimo esperto in amministrazione, contabilità e fiscalità degli enti non profit.
Forse lo sai già bene, ma ti avviso che amministrare correttamente la tua piccola organizzazione è fonte di pace, amministrarla in modo scorretto… è fonte di guai.
E, con tutto quello che c’è da fare con la Riforma del Terzo Settore entrante, son belle gatte da pelare.
Buona lettura!
– Riccardo Friede –
Buongiorno Paolo, la prima domanda che ti faccio è quasi retorica.. perché parliamo di amministrazione, contabilità e tributi nel non profit?
Perché oggi è veramente difficile districarsi nei meandri della normativa fiscale e contabile del settore non profit! Molte organizzazioni pensano che siano loro a “non arrivarci” e invece è utile che io faccia subito un’ammissione: anche per noi specialisti della materia, a volte è davvero difficile trovare riferimenti certi e risposte pronte. Certo, arriviamo alle soluzioni corrette perché abbiamo l’esperienza e ci aggiorniamo, ma non è un’impresa semplice… figuriamoci quindi quanto può essere difficile e “spaventoso” avere a che fare con tutto questo per gli amministratori volontari che prendono su di sè tutte le responsabilità connesse alla gestione dell’ente!
Per tua esperienza, qual è il più grave incidente in cui incorrono gli amministratori nella gestione dell’ente?
Prima di tutto un’importante premessa: noi partiamo sempre dal concetto di buona fede, cioè io e i miei colleghi specialisti pensiamo di avere a che fare con interlocutori che ce la mettono tutta per fare le cose correttamente. Ma, nonostante questa buona fede, l’errore più grave che si fa nella maggioranza dei casi è non aver delineato con esattezza qual è per la propria organizzazione il limite tra attività istituzionale e commerciale.
In pratica, cosa succede quanto questo limite non viene ben tracciato?
Le ricadute del non aver delineato precisamente il limite tra attività istituzionale e commerciale possono essere davvero molto molto pesanti: le sanzioni possono arrivare a un ammontare complessivo pari al 100% dell’imposta ritenuta evasa (perché si svolgeva una certa attività ritenendola istituzionale quando invece era commerciale) a cui si aggiunge il raddoppio dello stesso importo. Quindi, a un certo punto un’organizzazione potrebbe trovarsi a pagare il doppio di quanto dovuto all’erario e non versato!
Ci sono altri rischi a cui si va incontro?
Si, la seconda conseguenza, altrettanto grave, è che si rischia anche il disconoscimento della qualifica di ente non commerciale. Questo comporta conseguenze gravissime su tutti i rapporti dell’organizzazione, sul piano finanziario, delle relazioni con gli associati, delle responsabilità degli amministratori, delle relazioni con altri enti…
Paolo, puoi citarci un altro tipico errore nella gestione delle organizzazioni non profit?
Molto spesso riscontro una certa confusione tra le varie figure che gravitano attorno alle organizzazioni non profit. In primis, sul piano tecnico e normativo, si fa molta confusione su ruoli, rapporti e inquadramento dei volontari, degli associati e dei collaboratori dell’ente.
A volte c’è una certa disinvoltura nell’inquadrare e poi gestire i rapporti – di ogni tipo – con queste figure, soprattutto quando si tratta di fare le distinzioni tra volontario e associato, pochissime organizzazioni hanno chiaro il ruolo di uno e dell’altro, e quali sono i diritti e doveri dell’organizzazione verso gli uni e gli altri.
Qual è allora il modo corretto di affrontare tutti questi ostacoli nella quotidianità?
I rimedi risiedono in un’analisi attenta (a scanso di equivoci: non maniacale!) di ogni singolo atto e di ogni singola operazione.
Puoi aiutarci a capire meglio cosa intendi? Mi sembra un passaggio importante…
Certo! Ogni operazione e ogni atto vanno trattati in questa maniera:
- prima di tutto vanno qualificati dal punto di vista civilistico. Faccio un esempio: cos’abbiamo davanti? Un contratto, una donazione, un’erogazione liberale..? A volte le differenze sono evidenti, a volte sono piuttosto sottili.
- Solo allora, cioè una volta compresa precisamente la natura dell’atto o dell’operazione, possiamo comprenderne le caratteristiche per quanto riguarda i fini contabili e fiscali.
Questa è una materia molto complessa e articolata e pochissimi amministratori hanno già chiaro che gli aspetti civilistici, contabili e tributari vanno via per forza assieme. Se e solo se ho chiaro di che tipo di atto stiamo parlando, posso valutare le ricadute sul piano tributario e contabile, e quindi decidere più serenamente su cosa è giusto o inopportuno fare. Senza una consapevolezza e preparazione di questo tipo, in certe occasioni fare le scelte corrette è impossibile.
Per quanto riguarda l’attività di fundraising, quali aspetti amministrativi pensi che vadano messi sotto la lente d’ingrandimento?
L’attività di raccolta fondi è ancora un altro capitolo, spesso riscontro evidenti lacune nella contabilità dell’ente. Ad esempio, esiste l’obbligo del rendiconto separato per le raccolte fondi, ma andando a vedere cosa accade nella realtà delle organizzazioni, noto che in vari casi non tutte le raccolte fondi effettivamente svolte entrano in questo rendiconto, ad esempio perché l’ente classifica un’entrata non da raccolta fondi, ma come corrispettivo per la vendita o come contributo associativo. Evidentemente, a fine anno il rendiconto risultante è molto impreciso!
Quali sono le prossime importanti scadenze e adempimenti a cui fare attenzione?
Di sicuro:
- la presentazione del modello Unico per gli enti non commerciali
- la presentazione del modello EAS, se cambiano alcuni elementi dichiarati in precedenza. Riguardo il modello EAS la legge ora è molto severa, in caso di sanzione si può arrivare al disconoscimento delle agevolazioni fiscali riconosciute in quanto ente non commerciale
- bisogna poi prestare attenzione a tutto quello che arriverà con la Riforma del Terzo Settore, che per quanto ci riguarda prevede già un obbligo di monitorare molto attentamente gli aspetti finanziari. Per cui, tenere una contabilità pulita e in ordine diventa ancor di più necessaria e urgente.
Mi immagino tante piccole organizzazioni che incontro in giro per l’Italia… sono sicuro che molte purtroppo non hanno un quadro completo e aggiornato degli obblighi e prassi a cui sono sottoposte! A tuo parere, di fronte a tutta questa complessità, quando un’organizzazione si rende conto di aver qualcosa da mettere a posto… c’è speranza?
Si, assolutamente c’è speranza di mettere le cose in ordine, tutte le organizzazioni possono riuscire. Va fatta un’analisi seria e puntuale e mi preme ricordare che, pur nell’errore, se c’è stata la buona fede si può sistemare tutto, anche se evidentemente è molto impegnativo. Sto dicendo che, se la violazione delle norme e prassi amministrative è stata compiuta, ma appunto con buona fede e non consapevolmente o peggio dolosamente, è proprio la legge che permette di regolarizzare la posizione dell’organizzazione con conseguenze lievi o minori… allo stesso modo, devo assolutamente evidenziare che se la violazione è stata compiuta ben sapendo cosa si stava facendo, è un altro discorso!
Un parere conclusivo: secondo te la legge attuale va incontro alle esigenze e possibilità delle piccole organizzazioni, oppure complica loro la vita? Magari adesso stiamo meglio di prima, oppure…?
Il complesso delle leggi che riguardano amministrazione, contabilità e fiscalità degli enti non profit di recente è molto cambiata, nel senso che è stata perfezionata. Per cui: chi conosce bene il territorio, difficilmente finisce sulla strada sbagliata! Voglio dire questo: se gli enti hanno cura di informarsi, aggiornarsi e di stare attenti alla normativa, per ogni organizzazione evitare gli errori e trovare le corrette impostazioni e soluzioni è molto più facile. Non esistono ancora purtroppo formule magiche per capire immediatamente cosa fare, ma con un po’ di impegno e applicazione, ognuno può trovare le risposte giuste che fanno al proprio caso.