In tutti i corsi e in tutti i libri sul fundraising trovi continuamente ripetuto che:
“Le relazioni sono al centro del dono e della raccolta fondi”.
Ed è vero! Ma allora chiediti:
limitarsi a spedire lettere, stare su Facebook e fare e-mail marketing
basta a consolidare le relazioni coi sostenitori?
O serve altro? Versione breve: serve altro!
E che cosa serve? Che tu prenda in mano un telefono!
Lasciami approfondire questi concetti, a vantaggio dei progetti che vuoi realizzare…
e per i quali, bene o male, dovrai fare raccolta fondi, magari con obiettivi molto ambiziosi!
Dicevo poco sopra che (purtroppo!) per fare fundraising
spedire e-mail, fare i post nei social, mandare lettere, non basta!
Ma perché non basta? Anche qui la risposta è semplice:
perché sono strumenti di comunicazione di massa.
E quando tu sei da solo da una parte e dall’altra c’è una “massa”, cosa succede?
Accade che – salvo che tu non sia davvero un campione del mondo iperspecializzato in questi strumenti –
le tue comunicazioni per chi le riceve hanno sempre un retrogusto di falso:
ti sforzi di parlare “come se dall’altra parte ci fosse una sola persona”,
ma per quanto ce la metti, agli occhi dei destinatari è chiaro che
i tuoi messaggi sono rivolti a una moltitudine… e quindi a nessuno!
Le persone percepiscono chiaramente qual è il tuo intento, e fidati che in molti apprezzano questo sforzo.
Resta però che a un certo punto casca il palco: la sgradevole sensazione di “finto” finisce per respingere e allontanare. Perché?
Perché i destinatari delle comunicazioni di massa vivono il tutto come qualcosa che non li riguarda… ma soprattutto non si sentono coinvolti.
Se è vero tutto quello che ti ho raccontato fin qui, puoi costruire relazioni a suon di lettere, email marketing e social media? Risposta veloce, cruda ma veritiera: no, non puoi.
Il problema però non è tuo e basta.
Il problema è che ne risente la raccolta fondi della tua piccola o media organizzazione!
E quindi, ne risente la sostenibilità economica dei vostri progetti.
E quindi, in ultima analisi, chi ne risente davvero sono le persone, gli animali, i valori che volete tutelare e promuovere.
C’è una via di uscita da questo stallo?
Si: una via di uscita c’è: fantastico!
Hai capito qual è?
Quella che – grazie al cielo – da molti anni è la mia specialità.
In altri ambiti del fundraising non me la cavo. Ma in questo, dati e riconoscimenti professionali alla mano, si!
La strada che devi prendere rapidamente per togliere la raccolta fondi della tua piccola o media dalla palude della comunicazione di massa che sa “di falso” si chiama:
prendere in mano il telefono!
Prendere in mano il telefono è l’attività più simile
a incontrare i sostenitori 1 a 1.
La vera magia della relazione e quindi del fundraising, è fare degli incontri di persona.
L’incontro 1 a 1 “sfonda le porte” (anche quelle apparentemente chiuse).
Purtroppo però non hai il tempo e le risorse per incontrare tutte le persone
che sono nel database della tua organizzazione non profit.
Ma se anche per assurdo tu avessi tutti i soldi, il tempo e le energie del mondo…
bisogna dire che per molte persone – anche professionisti della raccolta fondi –
attaccarsi alla cornetta non è una così facile!
In gioco entrano le emozioni… le ansie… le paure… le incertezze!
E’ umano! E’ normale!
Stare al telefono con degli sconosciuti e chiedere loro qualcosa, è una bella palestra di vita!
Una cosa è chiamare un amico. Una cosa è una telefonata di lavoro tra colleghi.
O chiamare un parente, chi ti deve rendere un servizio, un ufficio pubblico…
Un tipo di telefonata davvero unico nel suo genere
è la telefonata a un donatore… o potenziale tale.
(Nota: in gergo tecnico quello che viene chiamato “prospect”: puoi tradurlo come “probabile sostenitore”).
Telefonare ai donatori è rischioso? Visto che in discussione ci sono i suoi sentimenti… si, può essere rischioso.
Telefonare ai donatori può essere una grande opportunità di relazione e di raccolta fondi? Si, lo è assolutamente.
Ma, soprattutto se la tua esperienza nelle telefonate ai donatori è scarsa o magari nulla, o anche solo se è passato molto tempo da quanto hai fatto la tua ultima telefonata,
per telefonare a dei sostenitori è meglio partire con una base a cui fare riferimento
(che tra l’altro, è un espediente del mestiere che a distanza di anni uso ancora anche io stesso).
Proprio per darti una buona base di appoggio, ho preparato un regalo per te.
Prima di concludere… magari è caso che io mi presenti, che dici?
Ti racconto in breve cosa ci faccio qui:
vengo dallo stare al telefono con Clienti. È quel che ho fatto per la maggiore in oltre dodici anni di multinazionale americana…
Posto fisso, stipendio buono, ma non ero soddisfatto: da anni il mio Sogno era lavorare nel non profit!
Così, a partire dal 2019 ho cambiato vita, lasciando il lavoro precedente e facendo un salto nel vuoto.
Per specializzarmi nel fundraising ho frequentando il Master di Forlì… e in più, da Volontario, ho iniziato ad applicare la mia esperienza telefonica al telemarketing nel non profit, con l’effetto che dopo pochissimo tempo mi è stata affidata la responsabilità del telemarketing interno di una organizzazione medio-grande milanese.
Ogni giorno sono in un ufficio (proprio come prima!)… con la grande differenza che ora lavoro per una Bellissima Causa!
Mi sento sicuramente più Felice, e parte della mia Mission personale è fare in modo che tante Bellissime Cause Non Profit possano essere rinforzate con il Telemarketing per il Fundraising…
…e da “PhoneRaiser Nascenti” che possano trasmettere senza paura quanto è grande la Gioia di donare e quanto il mondo può essere migliore!
– Davide Cedro –
PhoneRaising | Telemarketing gentile e senza paura per la raccolta fondi
PS: ti piacerebbe ascoltare ADESSO cosa potresti dire a un prospect più o meno interessato per presentarti?
Vuoi sapere come potresti fare una richiesta di donazione al telefono? Vuoi SENTIRE come va fatta?