Tutte le cazzate sul crowdfunding e come venirne fuori

Tutte le cazzate sul crowdfunding e come venirne fuori

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Se sei una di quelle pochissime persone che scopre ora questa parola, sappi che crowdfunding significa “finanziamento dal basso”, letteralmente “finanziamento dalla folla”.

Il crowdfunding è una moda:

  • praticata da molti
  • capita da pochi
  • di successo per pochissimi

La logica del crowdfunding è questa: anziché affidarti alla clemenza e presunta saggezza di grandi finanziatori istituzionali (siano istituti di credito, fondazioni o che altro), chiedi a tanti piccoli sostenitori di darti una mano a coprire i costi di un certo progetto.

Il crowdfunding non è una modalità tipica del profit o del non profit: è solo un altro modo di raccogliere denaro! Puoi condurre campagne di crowdfunding sia per finanziare l’avvio di un tuo progetto di business, che per progetti senza scopo di lucro, ma anche per i fatti tuoi.

  • Puoi fare crowdfunding per finanziare lo sviluppo di un videogame, di un prototipo industriale… (nei fatti, nel 98% dei casi si tratta della prevendita di una nuova produzione).
  • Puoi fare crowdfunding per sostenere la produzione di una linea di magliette grazie alle quali poi attraverso la vendita potrai comunicare e sostenere un’associazione… (vedi sopra, solo che siamo nel non profit e la transazione nel 99% dei casi di configura come donazione)
  • Puoi fare crowdfunding per farti regalare un viaggio di nozze, una borsa di studio, per far venire i Foo Fighters a suonare a Cesena… (magari abbinando delle ricompense come incentivo)
  • Puoi fare crowdfunding per sostenere un progetto o un servizio della tua piccola organizzazione non profit (e qui le ricompense in realtà sono i dovutissmi “grazie” che comunque hai in previsione di fare)

Insomma, puoi fare crowdfunding per quello che ti pare e piace.

Detto tra me e te, a me il crowdfunding non piace.

O meglio…

Provo pessimismo e fastidio verso la moda del crowdfunding per due motivi:

  • il primo è che moltissime persone credono che “lanciare UN crowdfunding” (sic) sia una cosa innovativa, straordinariamente efficace, la panacea a tutti i mali. La via facile per trovare soldi senza staccare il didietro dalla sedia.
  • il secondo è che, non fosse già chiaro, io sono consulente di fundraising e marketing per il non profit. Nonostante questo una marea di gente continua a chiedermi aiuto per i suoi progetti di business o personali. No, progetti for profit o per i vostri progetti privati non mi interessano e non ci ho a che fare, il mio focus è: piccole organizzazioni non profit che cercando donazioni. E basta!

Per altro io di solito NON uso in via esclusiva piattaforme di crowdfunding nelle campagne dei miei clienti (salvo rarissime eccezioni). Questo avviene perché:

  • per trovare nuovi donatori e nuove anagrafiche o per fare una proposta alternativa ai donatori e prospect già in database, i vecchi metodi consolidati sono ancora migliori
  • come conseguenza, il piano e la relativa piattaforma di crowdfunding sono solo strumenti che vanno integrati in una campagna di raccolta fondi ben più articolata

Quindi, pensa al crowdfunding come il tassello del piano di raccolta fondi offline e online che renderà sostenibile al contempo sia il progetto che ne beneficerà, sia la stessa azione di fundraising.

Se pensi al crowdfunding per la ricerca di donazioni come una parte di un piano più ampio, finisce che:

  • raccoglierai di più, ben di più,
  • in molto meno tempo,
  • generando e consolidando nel mentre relazioni di grande qualità

Vuoi conoscere una nuova proporzione del fundraising?

Eccola:

in base alle mie stime, se tu comunicassi come di norma la tua campagna di raccolta fondi non solo online e puntandola sulla piattaforma di crowdfunding, ma anche offline e nei modi che già conosci, il risultato della raccolta fondi, indipendentemente dall’obiettivo, potrebbe essere almeno 5 volte superiore. Dico 5 per stare cauto, ma posso immaginare tutta una serie di situazioni in cui quel 5 volte diventa 10 volte. Si, il lavoro si articola ben di più e naturalmente i costi aumentano, ma è il principio di ogni investimento: oggi spendo TOT perché dopodomani tornerà “TOT x n volte”.

Arrivati qui, in realtà ho esaurito le argomentazioni rivolte a te che fai fundraising per il non profit.

Ma, con questo articolo ho deciso di espormi sul tema più in generale: troppa gente si sta facendo castelli di carte grandi così in testa!

Se la guardi nuda e cruda e presa da sola, una campagna di crowdfunding è una vecchia colletta sotto steroidi, comunicata principalmente con la comunicazione online e “truccata” con una serie di lustrini, come ad esempio tipo le ricompense per i sostenitori e altri gingilli.

Tuttavia sul crowdfunding continuano a girare voci incontrollate che generano credenze errate e atteggiamenti mentali assolutamente fallimentari.

Occhio: non sto demonizzando il crowdfunding, perché viceversa ci sono progetti bellissimi che sono stati finanziati alla grande grazie alla raccolta fondi dal basso. Questi sono i progetti di chi ha fatto le cose giuste, ovviamente.

Devo però evidenziare che il 95% delle persone che si illudono che il crowdfunding sia una tattica di assoluto successo per le loro iniziative e che mi chiedono un parere su quanto vogliono fare, alla prima chiacchierata mettono in luce di non avere alcuna cultura imprendotoriale e, ancor prima, nessuno spirito d’impresa. E no, non sto parlando di essere Bill Gates o Giovanni Rana. Per fare le cose giuste spesso basterebbe il buon senso e mettere in fila una sequenza logica che porti il progetto non dico ad essere sostenuto, ma almeno all’attenzione di uno o più pubblici di valore.

No, non ce l’ho con te che magari mi vorresti presentare la tua idea da finanziare col crowdfunding: non è colpa tua se nella rete girano così tante cazzate e non è colpa tua se il mondo cambia a una velocità folle, chiedendo ormai anche ai bambini dell’asilo di essere formati sul marketing e sul fare impresa, che altrimenti ci lasci le penne.

Fatto questo ampio preambolo, andiamo al sodo con un giochino…

Mettiamoci nei panni dell’aspirante crowdfunder italiano medio: grandi idee, zero budget, molte credenze errate. Vediamo quali sono le cazzate più frequenti che popolano il suo immaginario riguardo al crowdfunding e io faccio le mie considerazioni:

  • “Il mio progetto è rivoluzionario, la piazza lo capirà, non come quei cretini di finanziatori istituzionali che non mi han dato retta…”

Quando si parla di cercare denaro, non ci sono idee geniali, ma idee che suscitano appetiti oppure no. La tua idea, come le mie, di per sè non valgono nulla: cominciano ad avere possibilità di essere sostenute col denaro solo quando sono già state valorizzate per fatti emotivi o di interesse dai tuoi possibili interlocutori. Se i finanziatori istituzionali ti dicono di no, magari nemmeno disprezzano la tua idea, ma di sicuro non ci vedono un possibile mercato da generare attorno. Se la piazza ti dice di no, ed è probabile che te lo dica, è perché la tua idea non va ad affrontare o risolvere nessun problema percepito, nè ad alimentare alcuna passione (che sia salvare le balene o giocare tutto il giorno al nuovo Angry Birds, è la stessa cosa)

  • “E poi più gente lo vede, più la campagna sarà di successo…”

Detto un miliardo di volte: la partita non si gioca su quanta visibilità hai, ma sulla qualità della comunicazione e interazione con un gruppo coeso, anche piccolo ma ad altissima densità di interessi condivisi.

  • “…e più persone si convinceranno che è una buona idea”

La gente non cambia valori, credenze e interessi a tuo beneficio. A pochissimi interessa finanziare il tuo progetto cinematografico, salvo che non incroci temi e storie che siano loro assolutamente cari e che siano esposti in maniera coraggiosissima. Quindi non rompermi le scatole segnalandomi la tua campagna, perché non la condividerò, non la guarderò, non la sosterrò. Individua i luoghi di distribuzione in cui il tuo target non solo esiste, ma in cui è più attivo.

  • “Nelle piattaforme di crowdfunding c’è molta gente che cerca progetti da finanziare…”

Scusa, ma… questa è la “cazzata delle cazzate”. Purtroppo, il pensiero di molti è che tu sganci il progetto su piattaforme che per loro natura sono popolate da gente alla ricerca dei progetti più interessanti e quindi regolarmente apre il portafoglio per sostenerli. La realtà è che la piattaforma ti offre una vetrina, la gente ce la devi portare tu. E basta!

  • “Qual è la piattaforma migliore?”

Ci sono piattaforme più carine, più sviluppate, più navigabili o con meccanismi di funzionamento più agevoli per decidere come condurre la raccolta dei fondi. La verità è che se hai chiaro l’ABC del marketing, potresti farlo anche sul tuo blog con PayPal. L’unica cosa che potrebbe aiutare per dare forza al branding della tua campagna è scegliere una piattaforma specializzata (es: per progetti musicali, per progetti sportivi…) così che il tuo pubblico target si senta più a suo agio in quell’ambiente di comunicazione quando ce lo porti.

  • “Ho capito, allora devo aprire una pagina su una piattaforma e poi la gente vede il mio progetto…”

No, il piano è che se tu non hai uno straccio di minimo piano di marketing in testa (repetita iuvant… a partire dal tuo obiettivo: scelta del target > ideazione di un messaggio di valore > piano di distribuzione >  piano editoriale > sviluppo prodotti di comunicazione > lancio e gestione) allora devi studiare 2-3 pagine su questi temi, scriverla su un pezzo di carta, chiarirti le idee e fare cernita.

  • “Per comunicare mi serve un video fatto bene…”

No, per comunicare può servirti anche un video, ma in realtà potrebbe anche non servirti. Di sicuro invece ti serve un piano editoriale e di distribuzione stabili e flessibili.

  • “…e così trovo sostenitori senza sbatterci tanto in giro…” (questa è ripresa parola per parola)

…chiedi alle ragazze del Portico di San Luca o a quelli che la prima volta hanno portato i Foo Fighters a Cesena. Chiedigli se si sono sbattuti in giro o no, chiedigli se son stati per strada, se hanno fatto pr, se hanno fatto ufficio stampa tradizionale, se han dormito la notte. Prova a chiederglielo!

  • “…così in poco tempo raccolgo quanto serve. Anche perché devo trovarli entro 2 mesi…”

E quindi non ce la farai MAI. Ma questo arrivati qui ti è chiaro, no?

Conclusione:

Il crowdfunding si può fare, a queste condizioni:

  1. smettila immediatamente di credere a tutte queste fandonie!
  2. Non cercare conforto o contro-argomentazioni nella realtà USA o UK, sono mondi completamente paralleli e no. Anche se la prendi in prospettiva di 5 anni, comunque in Italia non funzionerà così.
  3. Renditi conto che tutte le considerazioni che ho espresso valgono alla stessa identica maniera tanto per il profit, il non profit e per i progetti personali.
  4. Fermati e studia due righe di marketing su questo blog o in qualsiasi altra delle mille fonti che ne parlano. Cerca su Google e resterai travolto.

…e fatto tutto questo, su le maniche e avanti tutta!

(E basta con le cazzate sul crowdfunding!)

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