Bilancio sociale e raccolte fondi: regole, scadenze e dati da comunicare

Bilancio sociale e raccolte fondi: regole, scadenze e dati da comunicare

Scarica o stampa questo post

Il bilancio sociale è uno strumento che descrive l’operato degli enti e dei loro amministratori, nonché i risultati conseguiti nell’arco temporale preso in esame.

In questo articolo ho fatto un riepilogo delle norme che definiscono:

  • cos’è e come deve essere redatto il bilancio sociale;
  • quali enti sono obbligati a scriverlo;
  • gli obblighi di deposito e pubblicazione con relativa scadenza;
  • quali dati delle raccolte fondi vanno riportati nel bilancio sociale.

Nelle conclusioni dell’articolo troverai anche tre motivi per cui è importante fare il bilancio sociale anche per gli enti che non sarebbero obbligati.

Ma prima di partire ti ricordo che lunedì 25 maggio io e Riccardo Friede terremo un webinar gratuito dove parleremo di raccolta fondi, rendicontazione, trasparenza e risponderemo alle domande dei partecipanti.

Registrati qui per entrare nella lista prioritaria che ti garantisce un posto al webinar.

 

Cos’è e come deve essere redatto il bilancio sociale?

Nel  Decreto  del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 4 luglio 2019 il bilancio sociale viene definito come “strumento di rendicontazione delle responsabilità, dei comportamenti e dei risultati sociali, ambientali ed economici delle attività svolte da un’organizzazione”.

In parole povere serve a comunicare e a “dare conto”, come abbiamo scritto in questo  articolo  al quale rimando per capire bene cos’è e a cosa serve il bilancio sociale.

Il Decreto al quale ho accennato all’inizio di questo capitolo indica anche  i principi, la struttura ed i contenuti  necessari a stilare il bilancio sociale.

 

Quali enti sono obbligati a scriverlo?

Il  Codice del Terzo Settore  ha sancito che i soggetti obbligati alla redazione del bilancio sociale sono:

  • gli Enti del Terzo Settore (ETS) diversi dalle imprese sociali, qualora abbiano ricavi o entrate superiori a un milione di euro annuo;
  • tutte le imprese sociali, ivi comprese le cooperative sociali e i loro consorzi, indipendentemente dalla dimensione economica. I gruppi di imprese sociali sono tenuti a redigere il bilancio sociale in forma consolidata, cioè evidenziando gli esiti sociali di ciascun singolo ente, nonché del gruppo nel suo complesso;
  • i Centri di Servizio per il Volontariato, indipendentemente dalla loro dimensione economica.

 

Deposito, pubblicazione e relativa scadenza

L’obbligo di redazione del bilancio sociale decorre dall’esercizio 2020.

Il documento deve essere approvato, congiuntamente al bilancio d’esercizio, dall’organo statutariamente competente, dopo l’esame e il parere dell’organo di controllo.

Deposito al RUNTS

Il Codice del Terzo Settore prevede che gli ETS depositino il bilancio sociale presso il  Registro Unico Nazionale del Terzo Settore  (RUNTS) entro il 30 giugno di ogni anno, con riferimento all’esercizio precedente (art.48 comma 3 CTS).

Invece le imprese sociali devono depositare il documento presso il registro delle imprese, sempre entro il 30 giugno di ogni anno.

La data del deposito per le imprese sociali potrebbe essere successiva al 30 giugno, in presenza di norme relative a specifiche forme giuridiche che prevedessero scadenze diverse per il deposito dei bilanci di esercizio.

In tal caso è consentito il deposito contestuale entro tale data anche del bilancio sociale.

Attenzione: considerata l’emergenza sanitaria in corso, il  decreto “Cura Italia”  ha prorogato al 31 ottobre 2020 la scadenza per l’approvazione del bilancio/rendiconto 2019.

Tale proroga si intende valida anche per l’approvazione del bilancio sociale (sempre riferito all’anno 2019 naturalmente).

Pubblicazione online

Il  Decreto  del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 4 luglio 2019 sollecita gli enti a pubblicare il documento anche sul proprio sito internet o su quello della  rete associativa  alla quale aderiscono.

La pubblicazione sul sito internet deve garantire la facilità di accesso al documento e la pronta reperibilità delle informazioni, per questo motivo è consigliabile creare una pagina o una sezione dedicata.

Durante il webinar del 25 maggio io e Riccardo approfondiremo gli obblighi di diffusione del bilancio sociale e risponderemo alle domande dei partecipanti (non perdere l’occasione e  registrati qui alla lista prioritaria di partecipazione).

 

Bilancio sociale e raccolte fondi

Nel bilancio sociale vanno riportate le informazioni relative a tutte le raccolte fondi effettuate dall’ente durante l’esercizio precedente.

Seguendo i principi di chiarezza e trasparenza, nella redazione del documento si deve mostrare cosa è stato fatto, cosa si è aiutato a cambiare e cosa ancora resta da fare.

Tale relazione serve in primo luogo a raccontare ai donatori:

  • come sono state utilizzate le risorse economiche che l’ente ha ricevuto;
  • l’impatto sociale del cambiamento generato dall’attività della raccolta fondi.

Per valutazione di impatto sociale si intende la valutazione – qualitativa e quantitativa – degli effetti delle attività svolte sulla comunità di riferimento rispetto all’obiettivo individuato (se vuoi approfondire leggi  questo articolo).

Nel bilancio sociale, quindi, devono emergere le informazioni concrete su destinazione, utilizzo e impatto sociale delle raccolte fondi.

Nel dettaglio vanno elencate e descritte le seguenti informazioni:

  • canali di raccolta fondi
    1. raccolte pubbliche occasionali
    2. 5×1000
    3. lasciti
    4. crowdfunding
  • informative di raccolte occasionali (banchetti, tombole ecc.)
  • i dati sulle raccolte fondi
    1. informativa sul 5×1000
    2. informativa sui lasciti
    3. informativa sul crowdfunding
  • efficacia dell’attività di raccolta
  • i servizi erogati dall’organizzazione attraverso la raccolta fondi
    1. come saranno utilizzati i fondi
  • modalità di informazione ai donatori sull’utilizzo dei fondi raccolti
  • risorse interne utilizzate
    1. soci
    2. volontari
    3. personale dipendente
  • comunicazione dei risultati e dei cambiamenti avuti dai beneficiari della raccolta fondi

 

In conclusione: perché redigere un bilancio sociale?

Al di là dell’obbligo di legge previsto per alcuni enti del Terzo Settore, perché un ente non profit dovrebbe sobbarcarsi l’onere di scrivere il bilancio sociale?

So bene che i dirigenti non profit preferiscono di gran lunga dedicare il proprio tempo e le proprie energie alle attività sociali piuttosto che all’amministrazione e al controllo di gestione.

Ma queste attività negli anni sono diventate fondamentali perché:

  • le norme sono sempre più complesse e le  responsabilità dei gruppi dirigenti aumentano,  quindi non è più possibile gestire un ente “alla buona”;
  • mettere in pratica i principi di trasparenza e responsabilità verso i soci, i beneficiari, i donatori e la comunità certificano il profilo umano, etico e deontologico dell’ente non profit e ne comprovano la sua mission. Detta in soldoni: l’ente acquista credibilità ed entra in relazione profonda con i propri stakeholders, i quali saranno ancora più disposti a donare/collaborare;
  • gli enti finanziatori (enti pubblici/privati, fondazioni, ecc.) danno molta importanza a relazioni illustrative, valutazioni d’impatto, bilanci sociali perché sono sintomo di attenzione e trasparenza verso l’esterno, ma anche di maturità e solidità dell’ente. Di conseguenza tutti gli enti del Terzo Settore saranno chiamati, prima o poi, a farci i conti.

–  Germana Pietrani Sgalla  – 

Vuoi maggiori informazioni su questo argomento? Vuoi farci una domanda specifica?  Segui i webinar gratuiti di Raccolta Fondi No Stress: clicca qui per entrare nella lista prioritaria di partecipazione! 


germana pietrani sgalla tornacontoec banner

Scarica o stampa questo post

Lascia un commento

This will close in 10 seconds