DOMANDA
Forse la richiesta esula un po’ dallo stretto fundraising ma avrei bisogno di sapere se conosci qualche agenzia di comunicazione brava nel fundraising, perche’ dobbiamo rifare il sito internet senza spendere una fortuna. Le agenzie di Milano sono folli! Conosci qualcuno forte in questo panorama? Grazie di cuore e buon lavoro!
– Sara –
RISPOSTA
Ciao Sara, attraverso questo blog e privatamente non faccio segnalazioni di agenzie per la costruzione di siti web, anche perché francamente ce ne sono talmente tante in giro che solo per elencarti quelle che mi hanno chiesto: “Ci segnali sul tuo blog?”, mi servirebbero molte molte molte pagine!
Prendo comunque l’occasione di questa tua domanda per dare a te, alla tua organizzazione e alle tante altre che seguono questo blog alcuni suggerimenti su cosa considerare nel momento in cui ci si mette a creare un nuovo sito per la propria organizzazione non profit.
Già, a Milano son matti 😉 , ma bisogna anche dire che ogni tanto incontri grandi professionisti. Però, come dirò più avanti, per avere un ottimo sito, non serve spendere cifroni (anzi, ti indico alcune mie esperienze di spesa più sotto).
Ci sono una serie di attenzioni (che conosco per via di vari errori ed esperienze vissute!) che credo sia bene mettere in ordine di importanza quando ci si imbarca in questa vostra avventura.
Prima considerazione:
a questo punto (non lo avrei detto pochi anni fa) cercate un’agenzia che abbia esperienza di costruzione siti per organizzazioni non profit. Non è che un’agenzia tutta sul profit non sia in grado di lavorare per il non profit, anzi, ma c’è tutto quel mix di linguaggi, stili, argomenti che è chiaro a chi sta davvero nel non profit e che è meno chiaro a chi non ci sta. Insomma: con un’agenzia di creazione siti web radicata anche nel ramo non profit, vi capite prima e il vostro sito riesce meglio! Se quest’agenzia lavora non solo nei supporti di comunicazione per il non profit ma anche nei prodotti per il fundraising (e magari, perché no, ha una divisione consulenza in fundraising), ancora meglio! Dove trovi queste agenzie? Su Google :), con parole chiave come “siti” “creazione siti” “non profit” “fundraising” etc etc
Seconda considerazione:
guardate con l’occhio di chi cercate di coinvolgere, non con il vostro di organizzazione. Quando si viene al progetto del sito, partite dalla carta e fissate degli obiettivi: a cosa vi serve questo sito? Non possono esserci 1000 obiettivi, limitatevi a 3-4. Non valgono risposte tipo “A essere più visibili”, che casomai è l’effetto di tutto un complesso lavoro. Ad esempio, il vostro sito deve servire (già, consideratelo un sito di “servizi al donatore”!), per esempio, a: segnalare agilmente la propria disponibilità a fare i volontari; permettere di donare velocemente online; permettere di trovare facilmente dei prodotti solidali per le ricorrenze; fare da cyberattivisti pescando da dei kit di comunicazione pronti… Se copiate dalle grandi organizzazioni fate una buona cosa, perché loro hanno le competenze e l’accortezza di ri-costruire i loro siti a partire dai dati di navigazione. Cioè, studiano cosa fanno i visitatori nel sito e quindi quello che queste organizzazioni mettono in homepage corrisponde in maniera piuttosto precisa a queste preferenze di navigazione. Non troverai voci di troppo, accozzaglie di foto e menù, banner a profusione. Se scoprono che ai visitatori interessano 3 cose su 20, cosa troverai in grande evidenza? Quelle 3 cose, le altre 17 nelle retrovie, sempre accessibili, ma dietro le quinte. Se fate diversamente, correte il serio rischio di progettare un sito ascoltando le richieste di tutti (consiglieri, dipendenti, volontari) e per far contenti tutti finirete a generare un “mostro” pieno di tutto, su cui orientarsi è difficile e che sarà sempre meno abile a raggiungere lo scopo che ogni sito deve darsi: convertire i visitatori in altro, cioè persone che richiedono informazioni, promessi volontari, sostenitori etc etc. I vostri dati di navigazione sono perfettamente leggibili da voi stessi, per cui non perdete l’occasione adesso di capire cosa piace e cosa viene trascurato nel vostro sito attuale!
Terza considerazione:
non dovete spendere tanto per avere un grande sito, ma non potete spendere nulla e neanche poco. In pratica: con i miei clienti, ho speso dai 1200€ ai 6000€ (iva inclusa) per avere prodotti buoni o molto buoni. Ma non vale che chi più spende, più ha. Ho visto fare cose scadenti con “grandi” budget e cose molto migliori spendendo molto molto meno. Per fortuna ci sono sempre più ottimi specialisti del webdesign per il non profit, che oltre che a mettere le mani sul vostro sito possono dare una forma coordinata a tutta la vostra comunicazione. Se non siete ancora su questo pezzo, questa può essere una ottima occasione per ragionarci, affidandovi a qualcuno di bravo e affidabile. A ogni modo, tra agenzie e freelance, c’è l’imbarazzo della scelta. Non è detto che un’agenzia costi per forza di più di un freelance, dipende ovviamente a chi vi rivolgete. Quel che è sicuro è che quando voi avete un progetto molto ben ragionato, potete già togliere dal listino la voce “Progettazione”, o se non altro ridurla ai minimi termini. Un buon webdesigner avrà sempre qualche indicazione preziosa su come progettare il sito della vostra organizzazione, però occhio che ognuno ha il suo stile e tende a riproporre soluzioni già adottate per altri. Credo che il rapporto corretto sia: “Abbiamo già un progetto davvero buono, quali sono le soluzioni migliori che ci trovi per realizzarlo, in termini grafici e tecnologici?”. A dire che il progetto è davvero buono dovete essere voi e può essere qualcuno che si intenda di comunicazione e raccolta fondi.
Quarta considerazione:
anche se i “tecnologi” mi odieranno, chiedete espressamente che il vostro sito sia realizzato su WordPress. La tecnologia è indispensabile, con WordPress potete fare tantissimo in maniera semplice, è facile da usare come Word e le estensioni e plugin a disposizione sono infiniti, spesso di ottima qualità e pure gratuiti (se non altro nelle versioni base). In questo senso, affidandovi a WordPress il vostro sito sarà facile da integrare e aggiornare con funzionalità che magari diventano necessarie col tempo. Preoccupatevi comunque dall’inizio che ci sia la possibilità di inserire facilmente moduli di contatto in ogni articolo o pagina, e che questi contatti siano archiviati su file tipo excel, ancor meglio che i moduli di contatto “parlino” col vostro sistema di gestione newsletter e meglio ancora col vostro gestionale per il database dedicato al fundraising.
Quinta considerazione:
la SEO è fondamentale! L’ottimizzazione dei contenuti per i motori di ricerca è il primo vero lavoro da padroneggiare per dedicarsi in modo proficuo alla gestione di un sito. Per questo, verificate con cura che l’agenzia preveda un bel lavoro iniziale di ottimizzazione dei contenuti, oppure premuratevi che chi scriverà i testi e sceglierà le immagini sia preparato bene su questo punto. Saper padroneggiare la SEO equivale a arrivare facilmente al pubblico che cercate, senza spendere nulla più del tempo di scrittura e pubblicazione dei vostri contenuti.
Sesta considerazione:
preoccupatevi che l’agenzia o freelance vi lascino in mano un sito aperto. Molti lo consegnano “chiuso”, nel senso che eventuali modifiche strutturali sono in mano a loro, magari per un periodo limitato, però questo significa che finito il periodo di contratto, dopo per ogni aggiustamento dovete pagare! Però, se l’impianto è su WordPress, in poco tempo capirete che, senza stravolgere la vostra creatura, ogni tanto occorrerà mettere la mani in maniera un poco più profonda su alcune parti e sezioni, e che farlo è davvero semplice e autogestibile!
Settima considerazione:
facile da trovare e da navigare è meglio di bello da guardare (ma serve un equilibrio)! Sulla parte di superficie, cioè i dettagli grafici, rischiate di perdere un’enormità di tempo (e di soldi), preoccupatevi invece dei fattori che vi ho elencato sopra come priorità. Tante minuzie le vedete solo voi, il visitatore non le calcola nemmeno (però l’agenzia o il freelance le calcola eccome!).
Settima considerazione:
non esiste il sito perfetto, esistono solo siti perfettibili 🙂
Un caro saluto, ogni bene!
– Riccardo Friede –
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